(Demostene), scelta la difesa dei Greci contro Filippo [il giusto parlare in difesa dei Greci contro Filippo] come nobile linea politica (1) e lottando strenuamente per questo, (ben) presto ottenne la fama e fu portato alla gloria [fu innalzato famoso] dai suoi discorsi e dalla sua libertà di parola, tanto che era ammirato in (tutta) la Grecia, era tenuto in considerazione dal Gran Re (= re di Persia) e Filippo stimava soprattutto lui [e presso Filippo c'era moltissima considerazione di lui] fra i capipopolo (di Atene), e perfino quelli che lo detestavano erano concordi (nel dire) che lottavano [a loro la lotta era] contro un uomo ben degno di fama. Infatti anche Eschine e Iperìde hanno detto cose del genere sul suo conto, (pur) accusandolo. Perciò io non so come sia saltato in mente a Teopompo di affermare che egli sia stato di carattere instabile e che non riuscisse a rimanere fedele per molto tempo né agli impegni presi [alle cose] né alle persone. E' infatti evidente che (egli) mantenne (2) fino alla fine la linea politica [delle cose] e la posizione di [nel] governo cui aveva aderito fin dall'inizio (3), e non solo non cambiò atteggiamento durante la vita, ma addirittura perse (4) la vita pur di non cambiarlo.
(1) Nota la posizione predicativa di ὑπόθεσιν, che ci fa capire che non è l'oggetto di λαβών: l'oggetto è infatti τὴν... δικαιολογίαν; in generale ricordati che tra due accusativi, di cui uno con l'articolo e l'altro senza, il complemento oggetto è quello con l'articolo; (2) tipico participio predicativo in dipendenza da φαίνεται; anche μεταβαλόμενος e προέμενος lo sono; scarica
qui la scheda sul participio e studia bene la parte sul participio predicativo; (3) c'è prolessi (= anticipazione) della relativa; ricostruisci e traduci così il periodo: φαίνεται γάρ διαφυλάξας ἄχρι τέλους ταύτην μερίδα τῶν πραγμάτων καὶ τάξιν ἐν τῇ πολιτείᾳ εἰς ἣν αὑτὸν ἀπ' ἀρχῆς κατέστησε; (4) participio aoristo III medio da προίημι.
Ed ecco una traduzione più "libera":Scelta, quindi, la difesa del popolo greco contro la figura di Filippo quale nobile punto fermo della linea politica da seguire, si impegnò strenuamente per raggiungere il suo scopo e divenne ben presto famoso: a renderlo illustre contribuirono i suoi discorsi e la piena libertà di parola, al punto che in Grecia lo si ammirava, il Gran Re corteggiava il suo talento e anche Filippo lo stimava moltissimo, più di quanto facesse con gli altri capipopolo di Atene. Persino i suoi avversari riconoscevano di doversela vedere in tribunale con un uomo ormai famoso: ce lo testimoniano, pur muovendogli accuse, gli stessi Eschine e Iperide. Perciò, non so proprio come a Teopompo sia saltato in mente di dire che Demostene avesse un carattere instabile e totalmente incapace di tener fede per lungo tempo a un'amicizia o ad un impegno preso; al contrario, sino alla fine dei suoi giorni, mantenne inalterata la scelta politica fatta in gioventù e conservò la posizione raggiunta nel governo dello Stato: anzi, si può dire che non solo non cambiò bandiera nel corso della sua esistenza, ma addirittura rinunciò a vivere per non essere costretto a tradire i suoi ideali.